MANTOVA (STORIA ED ARTE) (cavalli.htm)
Palazzo Te
Sala dei Cavalli
La consuetudine dei Gonzaga di dedicare una sala ai cavalli dei loro famosi allevamenti è filtrata dalla cultura di Giulio Romano.
L'illusionismo pittorico finge architetture all'antica (ove spiccano capitelli corinzi dalle tinte argentee e l'originale "bucatura" dei finestroni aperti su paesi d'immaginazione) e marmi preziosi, statue di divinità e personaggi storici, bassorilievi a sanguigna, simulanti il bronzo, con le "fatiche di Ercole".
Veri e propri ritratti dal vero, di notevole qualità pittorica, sono dedicati ai cavalli favoriti da Federico II (vedi particolare della Sala dei Cavalli), identificati dai nomi scritti sul basamento: Glorioso, Battaglia, Dario, Morel Favorito.
La prevalenza dell'apparato architettonico sulle scene pittoriche è un segno della supremazia gerarchica della sala che costituisce l'ambiente di rappresentanza del Palazzo, decorata durante la prima fase degli interventi al Te, arricchita da un soffitto ligneo a cassettoni intagliato e dorato, e da un monumentale camino rustico.
La sala ospitò nel 1530 un ballo ufficiale dato in onore dell'imperatore Carlo V.